Testo scritto con ChatGPT e AI: come fare la verifica

No Comments

Copertina Verifica testo chatGPT

Fatta la legge, trovato l’inganno. Pensando a quello che sta succedendo con ChatGPT di Openai e i vari altri programmi di intelligenza artificiale AI per la scrittura automatica dei testi verrebbe da dire proprio questo. Nel boom dei software, alcuni a pagamento e altri no, sviluppati per svolgere il lavoro dei copywriter (ma anche di blogger e scrittori in generale), c’è già chi è passato alle contromisure, creando tool più o meno sofisticati per verificare se un testo è stato scritto da ChatGPT o da un essere umano. Detta così sembra anche semplice: chi ha bisogno – per questioni qualitative, etiche, ecc – di verificare la provenienza di un testo, non dovrà fare altro che usare una delle alternative che vi proporremo in questo stesso articolo. In verità la questione di come fare la verifica di un testo risulta più complessa e spinosa di quanto possa apparire a una prima, superficiale analisi. E per diverse ragioni. Le principali sono:

1) la diversità di frasi contenute nello stesso testo, ovvero la compresenza, in una pagina web o in una news, di porzioni di testo AI e di altre scritte da un autore in carne e ossa. Dare in pasto a un sistema di verifica un testo del genere potrebbe risultare deleterio, e alla fine dell’articolo vedremo perché questa è la principale causa di ambiguità di una qualsiasi analisi

2) il potenziale contenuto duplicato che ogni testo NON prodotto con AI potrebbe contenere. Si tratta di una variabile aggiuntiva di cui tuttavia dobbiamo tenere conto e che deve preoccuparci ancor più dell’ipotesi che il testo sia stato elaborato con ChatGPT o programmi affini

3) la probabilità che un testo possa essere raffinato (dalla stessa “macchina” che lo ha prodotto) e successivamente ritoccato da un copy o un autore, in modo da renderlo il più simile possibile agli occhi di un lettore (e di conseguenza di un software per la verifica dei testi scritti con AI). Un punto ancora più insidioso del primo, dove invece il testo è scritto con un mix di paragrafi redatti dalla macchina e paragrafi redatti dall’uomo.

Vediamo a questo punto come uscire da un simile ginepraio.

IL PRIMO APPROCCIO A UN TESTO CHE “PUZZA” DI CHATGPT

Quando, per qualunque ragione, ci troviamo di fronte a un testo che vogliamo o dobbiamo sottoporre a verifica, il primo approccio che andrebbe seguito è quello del giudizio personale. Come persone dotate di una certa capacità di analisi critica, abbiamo modo di leggere il testo con attenzione, cercando di capire se “puzza” di ChatGPT e quanto. I punti da tenere a mente sui quali i programmi di AI inciampano comprendono:

Parole di transizione

ChatGPT ama usare parole di transizione. Ogni poche righe ne inserirà un’altra. Inoltre, Di conseguenza e Quindi vengono scritte frequentemente ma non sempre compaiono nella scrittura umana. Non effettuiamo realmente la “transizione” della nostra scrittura a meno che non si tratti di qualcosa di più formale o professionale.

Verbi aulici

Impiegare, implementare, accertare… sono vocaboli spesso abusati, ma quale essere umano parla in questo modo in un articolo generalista? Le conversazioni umane, i termini più semplici come usato, spiegato e trovato sono più comuni e riconoscibili.

Lunghezza di frasi estese

I contenuti generati dall’intelligenza artificiale spesso includono frasi molto brevi. Questo perché l’intelligenza artificiale sta cercando di imitare la scrittura umana, ma non è ancora riuscita a padroneggiare la complessità delle frasi estese. Ciò è particolarmente chiaro se stai leggendo un blog tecnico o un sito web dove è richiesto un lessico preciso e dettagliato.

Ripetizione di parole e frasi

Un altro modo per individuare i contenuti generati dall’intelligenza artificiale è cercare la ripetizione di parole e frasi. Questo è il risultato del tentativo dell’intelligenza artificiale di riempire lo spazio con parole chiave pertinenti: ChatGPT NON sa esattamente di cosa sta parlando, la sua scrittura non è altro che un’approssimazione continua. Quindi, se stai leggendo un articolo e hai la sensazione che la stessa parola venga usata più e più volte, c’è una maggiore probabilità che sia stata scritta da un programma di intelligenza artificiale.

Dati imprecisi

Una quinta valutazione da fare riguarda la complessità e precisione dei dati riportati nell’articolo o nel testo. Poiché le macchine raccolgono dati da varie fonti, a volte commettono errori. Se una macchina non sa qualcosa ma deve fornire un output, predirà i numeri in base a modelli (che non sono accurati). Questo accade continuamente ed è (secondo noi) il più semplice indicatore dell’intelligenza artificiale. Quindi, se stai leggendo un articolo e noti diverse discrepanze tra i fatti e i numeri, puoi essere molto sicuro che ciò che hai appena letto sia stato scritto utilizzando l’intelligenza artificiale. Se ti imbatti in contenuti spam generati dall’intelligenza artificiale, sappi che non puoi comunque farci molto: Google ha già chiarito che contenuti di questo genere non violano le linee guida… di Google.

MA I CONTENUTI CREATI CON AI PIACCIONO A GOOGLE?

Parlare di un testo scritto con chatGPT ma non parlare di Google lascia il tempo che trova. Nelle sue Indicazioni della Ricerca Google sui contenuti creati con l’IA, vari membri del Team per la qualità della Ricerca Google svelano la posizione del motore di ricerca di Mountain View, scrivendo ad esempio che:

[…] a prescindere dalle modalità di produzione dei contenuti, per avere risultati ottimali nella Ricerca Google si dovrebbe cercare di produrre contenuti originali, di alta qualità e pensati per le persone che dimostrino i criteri EEAT. […] La valutazione dei vostri contenuti in queste modalità, indipendentemente che stiate utilizzando o meno contenuti generati dall’AI, vi aiuterà a rimanere al passo con gli aspetti che i nostri sistemi cercano di premiare.

Maggiori informazioni sui contenuti EEAT (acronimo di Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness, ovvero esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità), si possono trovare nella stessa piattaforma Google Search Central alla voce Creare contenuti utili, affidabili e pensati per le persone.

LA PROVA DEL 9 (O DEL 7): I TOOL DI VERIFICA TESTI AI-BASED

Appurate quelle che sono le problematiche di una verifica su un testo scritto da ChatGPT e compagnia, vediamo quali sono i principali tool per tagliare la testa al toro, o quantomeno provarci. Al momento ci sono parecchi “AI Content Detector”, gratuiti e non, ma non tutti dimostrano la stessa efficacia. Dato per scontato che la preferenza vada per i tool gratuiti, vediamo due delle proposte più in voga, considerando comunque sempre che gli strumenti di analisi funzionano meglio in inglese che in italiano (regola valida anche in altri ambiti per altri task).

AI Contet Detector di Writer.com

Testo verificato da Writer

Il primo tool che vi proponiamo è AI Content Detector di Writer.com. Semplice e veloce, con la sua schermata essenziale che prevede uno spazio per il testo e uno per eventuale URL, questo strumento gratuito ha come unico limite la quantità di parole, pari al momento a 1.500 caratteri. L’esito di una prova effettuata per un articolo trovato online sul meteo ha dato un verdetto del 100%, ma altri tentativi su traduzioni dall’inglese all’italiano di testi AI-generated… hanno dato lo stesso identico risultato. Morale della favola, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

Ggptzero.me

Testo verificato da Writer

Un secondo strumento nato per contrastare o arginare gli effetti perversi dell’intelligenza artificiale è GPTZero.me, anch’esso molto intuitivo e con un limite di caratteri superiore (5.000 massimo). L’analisi è piuttosto elementare ma il valore aggiunto è dato dalle frasi evidenziate, e cioè dalle porzioni di testo che il software rileva come sospette. Nello screenshot sopra, la stessa traduzione sottoposta ad AI Content Detector viene valutata più correttamente come un mix di testo AI e testo umano: There is a 71% probability this text was entirely written by AI. Una valutazione del 100% era più corretta, ma ci andiamo vicini…

QUANDO CI SI AFFIDA TROPPO ALL’AI: IL CASO CNET

Chiudiamo questa disamina dei programmi per la verifica di testi scritti con AI parlando di un caso che illustra bene i rischi di un utilizzo indiscriminato di programmi come ChatGPT e affini. A riprendere la notizia è stato fra gli altri anche Il Post, con l’articolo Cosa succede se fai scrivere i tuoi articoli a un’intelligenza artificiale: il succo della notizia è che un quotidiano online è stato “beccato” da un’altra rivista per aver pubblicato almeno 70 articoli scritti servendosi di un software di AI.

Come hanno fatto notare in molti, gli articoli di CNET generati automaticamente da un software sono perlopiù noiosi, pieni di luoghi comuni e frasi fatte. Uno per esempio dice: «La scelta tra una banca e una cooperativa di credito dipende da persona a persona. Dovrete soppesare pro e contro con i vostri obiettivi per capire quale vada meglio per voi». È una considerazione sensata, ma del tutto ovvia e inutile per una persona che stia cercando un vero consiglio. Più sotto ribadisce ancora che ogni banca «ha i suoi pro e contro».

Occhio dunque perché oggi come oggi gli strumenti di AI sembrano adatti per lo più a creare “la base” di un articolo (elementare). Sarà poi l’autore a doverci mettere mano e migliorare il tutto. Se hai bisogno di testi di alta qualità, affidati ai nostri esperti e avrai sempre testi per siti web originali, autentici e unici. Parola di copywriter, quelli veri.

Scopri il nostro corso!

Il portale Rubryca

Tutte le novità sul mondo del content marketing (e non solo)

Vuoi sapere come si diventa copywriter? O come gestire un profilo Facebook? O dove intervenire per ottimizzare un testo SEO? Continua a leggere, questo blog è per te!

Centra i tuoi obiettivi

Se pensi che i nostri servizi possano aiutare il tuo business a crescere, o se vuoi una semplice consulenza per capire come muoverti, scrivi un'email all'indirizzo di posta info@contenuti-web.it. Non costa nulla, anzi: ti fa risparmiare!

Articoli suggeriti...

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.